Ergonomia delle esposizioni
Ergonomia delle esposizioni
Program
Il corso di Ergonomia delle esposizioni si articola in forma teorica e pratica (attraverso esercitazioni e proposte di discussione in classe) e mette al centro la figura dello spettatore, dello spettatore inteso come osservatore ma anche come presenza corporea all’interno del dispositivo mostra, sviluppandosi attorno all’analisi delle diverse forme di spettatorialità nell’arte del nostro tempo. Le lezioni teoriche sovrappongono suggestioni provenienti da diversi ambiti (arte, filosofia, letteratura e cinema), e prendono in considerazione molti aspetti mediati dai principali studi sull’idea di spettatorialità (in particolare quelli di Brian O’Doherty, Claire Bishop, Rosalind Krauss, Victor Stoichita, Nicolas Bourriaud), e si iscrivono in un arco temporale che idealmente va da alcune esperienze della pittura ottocentesca (quelle di Courbet e Manet in particolare) alle ricerche più recenti e alla nozione di estetica relazionale, che è l’approdo di ogni riflessone sul rapporto tra autore e spettatore, e tra la comunità di spettatori e l’opera. Le lezioni sono dunque via via dedicate: all’analisi dello studio d’artista come spazio in bilico tra una dimensione privata e un’altra mondana (dunque alla progressiva presa di coscienza, da parte degli artisti, dello studio come luogo in cui avviene la nascita dello spettatore); al rapporto tra opere (di pittura scultura e più genericamente installative) e corpo dello spettatore; alle diverse esperienze di spettatorialità all’interno dei musei (storici e di recente fondazione) e all’interno di alcune importanti mostre e allestimenti realizzati dagli anni Quaranta a oggi; all’idea di pubblico/pubblici; all’ecfrasi come genere letterario in grado di tradurre l’esperienza della spettatorialità.
Oltre agli argomenti trattati durante le lezione gli studenti sono invitati a pensare, in vista dell’esame, ad un intervento in un luogo emblematico che abbia le caratteristiche di una sala d’aspetto, in forma di proposta/progetto capace di mettere al centro il pubblico/i fruitori di quello spazio, di tenere conto della storia del luogo ma anche delle sue specificità e funzioni.
Test mode
Colloquio orale
Bibliography
Bibliografia del corso (brani tratti dai seguenti testi che verranno indicati e commentati a lezione):
James Hall, Lo studio d’artista, Einaudi
AA.VV., Pezzi da museo, Sellerio
Enrique Vila-Matas, Kassel non invita alla logica, Feltrinelli
Michele Cometa, La scrittura delle immagini, Raffaello Cortina
Brian O’Doherty, Inside the white cube. L’ideologia dello spazio espositivo, Johan & Levi, Johan & Levi
Victor Stoichita, Effetto Sherlock, Il saggiatore
Michel Foucault, La pittura di Manet, Abscondita
Nicolas Bourriaud, Estetica relazionale, Postmedia