1580 - Accademia degli Incamminati
La storia dell’Accademia ha inizio con Annibale, Agostino e Ludovico Carracci. I tre artisti, padri della tradizione pittorica bolognese, hanno lasciato opere significative nel corso della storia dell’arte italiana, accompagnando il superamento delle pratiche manieriste ed introducendo il genere del paesaggio ideale. Li ricordiamo soprattutto per aver fondato nella loro bottega una vera e propria scuola, caso esemplare in Italia a quel tempo. Nel loro laboratorio a Bologna organizzavano momenti di ritrovo con gli allievi trasmettendo la propria esperienza attraverso una formazione teorica e pratica. Dedicavano tempo allo studio dal vero e alla conoscenza della storia dell’arte, permettendo la crescita, artistica e culturale, dei giovani talenti, elevandoli da artigiani ad artisti.
1711 - Accademia Clementina
Il generale Marsili, militare, scienziato, botanico, geologo nonché grande collezionista ed appassionato di arte, dopo aver fondato l’Istituto delle Scienze, riceve da parte di alcuni artisti bolognesi la richiesta di sostenere l’istituzione di una ’pubblica Accademia’, per affrancare l’attività artistica dall’egemonia della Corporazione dei Pittori. Marsili, intenzionato a fondere le discipline artistiche e scientifiche all’interno del suo istituto, intercede presso Papa Clemente XI che riconosce la neonata istituzione. Nasce così l’Accademia Clementina che diventerà parte del nuovo Istituto delle Scienze e delle Arti.
1804 - L’Accademia Nazionale
Siamo negli anni dell’occupazione napoleonica e l’Accademia, da Clementina diventa Nazionale, trasferendosi da Palazzo Poggi al Monastero del Noviziato dei Gesuiti, abbandonato dall’ordine religioso all’arrivo di Napoleone. Questa rimane ancora oggi la sede dell’Accademia, al cui interno é possibile ammirare gli antichi e suggestivi spazi. Nel corso del secolo l’Accademia cambia spesso identità, a seconda della situazione politica e sociale del momento: da Nazionale diviene Reale, poi Pontificia, nuovamente Reale, per ritornare infine Clementina. In questi anni l’Accademia di Bologna diviene anche sede centrale del sistema di formazione artistica regionale che includeva anche l’Accademia di Modena e quella di Parma.
1882 - La Pinacoteca diventa autonoma
A inizio secolo l’attività di raccolta e custodia di opere d’arte all’interno della stessa Accademia era stata particolarmente fervente. Il patrimonio conservato nel corso dei secoli porta alla nascita di una vera e propria collezione di opere che si decide di riunire ed esporre in una sede propria, la Pinacoteca Nazionale di Bologna, accessibile ai visitatori in città, con tanto di biglietto di ingresso. Pur trovandosi nello stesso complesso architettonico, il legame tra Pinacoteca e Accademia si interrompe. Ristabilito solo in anni recenti, si sta oggi rinforzando grazie ad un’attività didattica ed espositiva condivisa. Tra i più importanti artisti presenti all’interno della Pinacoteca Nazionale ricordiamo i bolognesi Guido Reni, Ludovico Annibale e Agostino Carracci, e l’urbinate Raffaello.
1923 - Verso l’Accademia di oggi
Nel corso del ’900, una serie di riforme, a partire da quella denominata Gentile del 1923, porta ad un completo rinnovamento dell’ordinamento dei corsi dell’Accademia. La scuola mantiene i corsi tradizionali di pittura, scultura e scenografia ad eccezione di quello di architettura che passa ad essere facoltà all’interno dell’Università di Bologna. Con la più recente nascita del sistema di Alta Formazione Artistica e Culturale le Accademie sono riconosciute oggi come luoghi di ricerca e studio al pari delle Università, un processo ancora in corso che le vede protagoniste nello sperimentare nuove discipline ed ambiti al fine di rendere l’offerta formativa al passo con i tempi.