Ababo
Pulpito e altre figure / scheda dell'opera

Pulpito e altre figure / scheda dell'opera

Nell’ambito del progetto riparAzioni. Rielaborare ad arte l’Accademia di Belle Arti ha commissionato all’artista Flavio Favelli una grande scultura intitolata Pulpito e altre figure, uno speaker corner atipico e inedito realizzato con elementi in lamiera di ferro dall’originale effetto ottico chiamato camuffamento Dazzle, un particolare motivo geometrico di scacchi-bande bianche dipinte sull’opera, impiegato dalla marina britannica per mascherare le navi dall’avvistamento in mare.

Costruita con elementi industriali e arredi urbani assemblati tra di loro (piccole cisterne dismesse e cancellate in ferro battuto), l’opera rimanda al tempo e alla storia delle cose, reinventa il concetto pubblico di pulpito poiché consente alla gente di salire sui suoi palchi di altezze diverse per parlare liberamente alla piazza, favorendo l’interazione con lo spazio circostante, la vita del quartiere e le attività dell’Accademia.
PULPITO e altre figure è un’opera d’arte pubblica che riflette sulla dimensione politica e culturale dei luoghi capovolgendo il ruolo monumentale, gerarchico, dei pulpiti del passato e trasformando l’arte in un’esperienza attiva capace di riattualizzare il contesto storico e le funzioni della piazza.
È un ‘non monumento’, un dispositivo artistico che crea relazione tra le persone e lo spazio della piazza, portando l’attenzione sul senso dell’agire umano nella città oggi e sul ruolo di noi spettatori.
Il progetto restituisce valore alla riparazione - al riparare mediante l’azione artistica - che è una caratteristica distintiva della poetica di Favelli.
L’artista infatti recupera le cose dismesse nel tempo, spesso dimenticate dalla memoria collettiva, in un’ottica di reinvenzione del linguaggio dell’arte e della scultura pubblica contemporanea quale medium d’interazione tra la gente e l’essere dei luoghi. Un’agire artistico che fa risuonare di vita nuova un passato che non passa mai. Nel suo lavoro sorprende quanto la forma del passato assunta dagli oggetti, posti in risonanza tra loro grazie a costruzioni inedite, non sia una lingua morta, senza futuro, ma possa parlare di noi oggi forse più di ieri.

L’opera è stata concepita nell'ambito di riparAzioni, progetto culturale ideato dall'Accademia per il PON Metro 14-20, Programma Operativo Nazionale Città Metropolitane, coordinato dal Comune di Bologna e finanziato dall’Unione Europea.

La realizzazione è stata preceduta da un workshop condotto da Flavio Favelli e dall’architetto Flavio Gardini, con un gruppo di studentesse e studenti dei Dipartimenti di Arti Visive e di Progettazione e Arti Applicate dell’Accademia. Il coordinamento del progetto e del workshop è stato curato da Marinella Paderni.

Flavio Favelli
Flavio Favelli, nato a Firenze nel 1967, vive e lavora a Savigno (Bologna).
Dopo la Laurea in Storia Orientale all'Università di Bologna, prende parte al Link Project (1995-2001). Partecipa alla residenza TAM a Pietrarubbia diretta da Arnaldo Pomodoro nel 1995 e al Corso Superiore Arti Visive della Fondazione Ratti con Allan Kaprow nel 1997.
Ha esposto con progetti personali al Centro per l'Arte Pecci a Prato nel 2005, al Projectspace 176 a Londra nel 2006, alla Fondation Antoine de Galbert a Parigi e alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo a Torino nel 2007, al Museo RISO a Palermo nel 2010, al MACRO di Roma e al MAMbo a Bologna, nel 2011, alla Maison Particuliere a Bruxelles nel 2014, al MAXXI nel 2015 a Roma, a Ca’ Rezzonico a Venezia nel 2019, alla GAM di Torino e al Museo di Capodimonte nel 2022, a Palazzo Collicola a Spoleto nel 2023.
Ha partecipato alla XIII Biennale di Scultura a Carrara (2007) e alla XV Quadriennale a Roma (2008) e alla mostra Italics a Palazzo Grassi a Venezia (2008), a mostre collettive al Castello di Rivoli nel 2012 e 2015, al MOCA di Cleveland nel 2016 e al Xi'an Art Museum nel 2018.
Ha partecipato a due Biennali di Venezia: la 50° (Clandestini, a cura di F. Bonami) nel 2003 e la 55° (Vice versa. Padiglione Italia a cura di B. Pietromarchi) nel 2013.
Nel 2015 l’opera Gli Angeli degli Eroi viene scelta dal Quirinale e dal Ministero della Difesa per rappresentare i militari caduti nella ricorrenza del 4 Novembre.
Nel 2021 l’opera I Maestri serie Oro è commissionata e acquistata dalla Fondazione Torino Musei GAM mediante il Piano Arte Contemporanea del Ministero.