ARTalk CITY
Accademia di Belle Arti di Bologna / Aula Magna
mercoledì 11
H 10.30 - 12.00
Carlos Garaicoa
con Maura Pozzati e Carmen Lorenzetti
Strutture che ricordano le impalcature per l’edilizia sono coperte da maglie illuminate per poter rivivere uno spazio che ha vissuto una storia di violenza, che vorrei potere rivendicare ed espandere. Mi attrae l’idea di approcciare la storia dell’Oratorio di San Filippo Neri, ricordare la sua penosa distruzione e la sua bella ricostruzione, usando l’elemento dell’impalcatura metallica e le reti, che avranno dunque un nuovo significato, rispetto al ruolo di semplici materiali da costruzione.
Carlos Garaicoa
A Bologna l’artista ha creato l’installazione site-specific multimediale che interagisce con lo spazio tardobarocco dell’Oratorio di San Filippo Neri, semidistrutto durante la seconda guerra mondiale e restaurato nel 1997 dalla Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna per divenire un luogo della cultura aperto alla città. Grandi sculture che ricordano i cantieri ricoperte da reti colorate simili a reti di sicurezza, insieme alla musica di Esteban Puebla, il sound della videoanimazione Oratorio di Pablo Calatayud e l’organo suonato dal vivo, compongono un intreccio di luci, colori e suoni, che dà vita a un potente flusso di energia cinetica.
giovedì 12
H 10.30 - 12.00
Mattia Pajè
con Giovanni Rendina e Guido Molinari
Non mi piace credere spassionatamente, il mio interesse viene piuttosto catturato dalla possibilità. Lavoro con gli spazi, con gli ambienti, mi piace andare nei luoghi e da loro farmi suggerire che cosa fare.
Mattia Pajè
Per la personale Fuori Terra, allestita a Palazzo Vizzani a cura di Giovanni Rendina, Mattia Pajè presenta un gruppo scultoreo composto da figure umanoidi immerse in un ambiente installativo, leggibile come una cosmogonia creata a partire da diversi alfabeti visivi quali l’estetica new age e la televisione commerciale. Il suo interesse è volto al concetto di verità, con uno sguardo particolare ai contenuti che popolano i social network, legati alla ripresa di tematiche esoteriche e a teorie del complotto. L’artista struttura questa sua nuova opera ragionando sulla forma espositiva del diorama, tra dimensione scientifica e spettacolarità ludica.
venerdì 13
H 10.30- 12.00
Kipras Dubauskas
con Elisa Del Prete e Marinella Paderni
Mi interessa questo costante stato di trasformazione e incessante precarietà cui porta l’azione umana.
Kipras Dubauskas
Emergency Break è l’installazione cinematografica a cura di Elisa Del Prete e Silvia Litardi visibile alla Fondazione per l’Innovazione Urbana – Palazzo d’Accursio il 12, 13,14 maggio. Dal 2019 l’artista lituano ha sviluppato una trilogia dedicata al soccorso, il cui ultimo capitolo verrà realizzato a Bologna per NOS Visual Arts Production: i due film in mostra 36 Chambers (3’, 2019) e Daynighting (9’, 2020), sono un preludio al collage filmico Firestarter, presentato nello spazio Officina dell’Innovazione Urbana Lab (Salaborsa, Corridoio del Bramante), che anticipa la nuova produzione dell’artista in città. Emergency Break propone una pausa di emergenza, un momento di sospensione per interrogarsi su norme e controllo, fiducia e alterità.
Il soccorso, con le relazioni e le pratiche che un processo di guarigione innesca, a livello individuale e collettivo, sono temi centrali per l’artista, in risposta allo stato attuale di emergenza globale causato dalle trasformazioni in atto nei rapporti tra persone, popoli e Stati.
sabato 14
H 10.30 - 12.00
Italo Zuffi
con Lorenzo Balbi e Davide Ferri
Il “verso” di Zuffi è più un impulso che varia da opera ad opera, da momento a momento, e la sua destinazione sentiamo che è alla fine inessenziale. Voglio dire che potremmo anche raggiungerla, quella destinazione, e nulla sarebbe cambiato: sarebbe infatti nient’altro che la base di partenza per un nuovo inizio. Al massimo avremmo accertato qualcosa, più che attinto ad una certezza, assoluta o definitiva. Non c’è un disegno totale, bensì una serie indefinita di “stanze” – in senso architettonico e poetico –, ciascuna delle quali aggetta e si apre sull’aperto e quel che conta è l’aggetto stesso, è l’apertura stessa, l’incastro in cui si inserisce e l’aria che vi penetra.
Pier Luigi Tazzi, 2003
Fronte e retro, a cura di Lorenzo Balbi e Davide Ferri, è la personale dell’artista allestita per Bologna Art City in due sedi, al MAMbo-Museo d’Arte Moderna di Bologna e a Palazzo De’ Toschi: un percorso che permette da un lato di rileggere il lavoro dell’artista dagli esordi, verso la metà degli anni Novanta, fino al 2020, dall’altro, a Palazzo De’ Toschi, presenta opere della sua ricerca più recente, in particolare legate alla scultura, al rapporto con lo spazio espositivo, all’indagine intorno alla parola. Nel dialogo tra i due diversi spazi emergono i nuclei di una ricerca peculiare che esplora contrasti e opposizioni sul corpo (anche quello dell’artista stesso) o sulla forma scultorea, che attraversa il fare come costruzione e distruzione/caduta; come lavoro e, insieme, dispersione di energia.
domenica 15
H 10.30 - 12.00
Benni Bosetto
con Caterina Molteni e Cecilia Canziani
Nella sua pratica artistica Benni Bosetto indaga il ruolo dei rituali nella società contemporanea, interrogandosi sulla condizione umana. Con sguardo critico verso le nozioni tradizionali di tempo e spazio, utilizza un linguaggio visivo pre-logico, per fare appello a un’inconscia memoria collettiva. Nelle sue opere la corporeità si dissolve per divenire parte di altre specie, generi o tempi che si riallacciano e uniscono in un racconto eterno. La realtà risulta così un assemblaggio composto dal molteplice, raccontando che l’essere umano è innanzitutto essere-con-gli-altri.
Con l’opera performativa Stultifera a cura di Caterina Molteni, nel Salone degli Incamminati della Pinacoteca Nazionale di Bologna, Benni Bosetto si ispira al poema satirico di Sebastian Brant, La nave dei folli (1494). La scena si svolge su una nave destinata a un viaggio senza fine, dove i passeggeri interagiscono assumendo identità archetipiche, nella necessità di delineare un nuovo ordine sociale.
Al termine di ogni incontro è prevista una visita guidata alla mostra ABABO OPEN SHOW e all’Accademia.
Biografie degli artisti
Carlos Garaicoa (1967, L’Avana; vive tra L’Avana e Madrid)
Attraverso il dialogo tra arte e spazio urbano l’artista cubano indaga la struttura sociale delle nostre città con un approccio multidisciplinare che solleva questioni di cultura e politica. Nelle sue installazioni, mediante l’uso di un’ampia varietà di materiali e media, critica l’architettura utopica modernista e il crollo delle ideologie del XX secolo, approfondendo il concetto di città come spazio simbolico. Ha esposto in numerose istituzioni culturali e museali internazionali e ha partecipato alle più prestigiose Biennali del mondo, dall’Avana a Venezia, Madrid, Johannesburg, Liverpool, São Paulo, Mosca, e a diverse Triennali tra cui quelle di Auckland e documenta 11. Ha conseguito premi importanti, il più recente dei quali è il PEM Prize 2021.
Mattia Pajè (1991, Melzo MI, vive a Bologna)
Ha studiato all’Accademia di Belle Arti di Bologna ed è stato artista in residenza al Nuovo Forno del Pane, MAMbo- Museo d’arte Moderna di Bologna nel 2020. È co-fondatore e Direttore artistico di Gelateria Sogni di Ghiaccio, artist-run space, e della residenza Bagni d’Aria; dal 2018 è parte del collettivo nomadico Altalena. Tra le mostre personali: Un giorno tutto questo sarà tuo, Fondazione Smart – Polo per l’arte, Roma (2019), Todo estarà bien, Suburbia Contemporary Art, Granada (2018). Ha di recente partecipato a numerose collettive: Il sogno sguscia fuori dalla tana verso la preda, Palazzo Rota, Fermo (2021), Tout Court. Un aperçu de l’art contemporain italien, Istituto Italiano di Cultura, Parigi (2021), The Feuilleton: I will bear witness, Piggy-backing-from the Edicola, Spoleto (2021), L’aureola nelle cose: sentire l’habitat, Pinacoteca Nazionale, Bologna (2020); Verso sera, Festival Ipercorpo, Forlì (2020).
Kipras Dubauskas (1988; vive a Vilnius, Lituania)
Ha studiato Installazione alla Royal Academy di Ghent e Scultura all’Accademia di Belle Arti di Vilnius, mentre da alcuni anni sperimenta con la pellicola il linguaggio dell’immagine in movimento. Suoi lavori sono stati presentati in mostre personali al Contemporary Art Center di Vilnius (2020), alla POST Gallery di Kaunas (2019) e alla Ex Elettrofonica Gallery di Roma (2018) oltre che nelle recenti collettive Performing the Fringe presso Pori Art Museum Finland (2021), Waiting for Another Coming a Vilnius e Varsavia (2018). L’artista è il fondatore del collettivo di laboratorio cinematografico analogico Spongé presso il centro multidisciplinare SODAS 2123 di Vilnius (2018) e ha partecipato alla 12a Triennale del Baltico (2015).
Italo Zuffi (Imola, 1969; vive a Milano)
Lavora con performance, scultura e scrittura. Ha studiato all’Accademia di Belle Arti di Bologna e al Central Saint Martins College of Art & Design di Londra. Nel 2001 gli è stata assegnata la Wheatley Bequest Fellowship in Fine Art (Sculpture) all’Institute of Art & Design, School of Art di Birmingham (UK). Dal 2011 al 2019 è stato Visiting Lecturer in Performance alla Royal Academy of Art, L’Aja (NL). Attualmente insegna all’Accademia di Belle Arti di Brera, Milano, e alla Libera Università di Bolzano, Facoltà di Design & Arti.
Benni Bosetto (Merate, 1987; vive a Milano)
Lavora con disegno, scultura, performance. Ha studiato all’Accademia di Belle Arti di Brera, Milano, e al Sandberg Instituut, Amsterdam. Ha svolto residenze d’artista alla Fonderia Artistica Battaglia, Milano, nel 2018; a VIR Viafarini-in-residence, Milano, nel 2014. Tra i riconoscimenti, il Pollock-Krasner Foundation Grant nel 2020, il Premio Fondazione Fiera Milano nel 2019 e il Premio Termoli nel 2018.