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Art City ARTalk City 2025
ARTalk City 2025

ARTalk City 2025

Incontri in Accademia con gli artisti di ART CITY Bologna 2025

Nelle giornate del 6 e 7 febbraio l’Aula Magna dell’Accademia di Belle Arti di Bologna ospita la quarta edizione di ARTalk City, un ciclo di tre incontri per approfondire le poetiche di alcuni dei protagonisti dell’edizione 2025 di ART CITY Bologna, realizzato con il coordinamento della Prof.ssa Marinella Paderni.

6 febbraio ore 10.30

Fatma Bucak dialoga con il curatore Gabriele Logiudice, modera Marinella Paderni

In occasione di ART CITY 2025, Fatma Bucak presenta per la prima volta Tremendous gap between you and me, un’installazione site specific all’interno di Porta Castiglione. Il varco appare traboccante di grossi pezzi di macerie e assomiglia a una rovina che espelle il suo contenuto, come se stesse rifiutando la facciata che un tempo serviva a definire la sua esistenza. Le rovine si intrecciano con la storia delle Porte di Bologna, ricordando anche la devastazione lasciata dall’alluvione dell’ottobre 2024. Qui il passato visionario è presente; la sensibilità contemporanea deve accoglierlo piuttosto che tentare di cancellarlo. All’interno delle macerie si trova un’installazione sonora, un’intensa esperienza canora composta per riflettere sul canto di Hildegard, basata su una poesia scritta dall’artista.

6 febbraio ore 15.00

Valentina Furian dialoga con la curatrice della mostra Caterina Molteni, modera Lucrezia Ercoli

Le installazioni di Valentina Furian indagano il latente valore selvatico nella vita quotidiana. In occasione di ART CITY 2025, l’artista presenta un progetto focalizzato sull’esplorazione del mondo ipogeo. Il video ripercorre un’attività di ricognizione delle grotte nel parco regionale dei Gessi Bolognesi e dei Calanchi dell’Abbadessa, della Vena del Gesso Romagnola e delle montagne toscane. L’artista si è immersa nei cunicoli tracciati e in alcuni non ancora connessi insieme al gruppo speleologico bolognese, la cui sede si trova proprio negli spazi di Porta Lame. Entrare nel ventre della terra significa per Furian avvicinarsi all’essenza animale che le appartiene, così come appartiene a ogni essere umano. Addentrarsi nell’oscurità, scendere nel buio, si relaziona metaforicamente alla creazione di un’immagine. Tutto nasce in assenza di luce: le proiezioni, infatti, possono esistere solo nel buio.

7 febbraio, ore 10.30

Susan Philipsz dialoga con il curatore della mostra Lorenzo Balbi, modera Fabiola Naldi

La ricerca artistica di Susan Philipsz esplora le proprietà psicologiche e scultoree del suono. Le sue installazioni sollecitano l’introspezione personale e l’esame di memorie individuali e collettive, perdite e assenze. La persistenza di un suono nel tempo e nello spazio è uno dei temi a lei cari. L’artista, infatti, è interessata alla suggestione di Guglielmo Marconi secondo cui le onde sonore, una volta generate, non muoiono mai; si affievoliscono ma continuano a riverberare nell’universo. In Deep Water Pulse l’artista registra il suono di un emettitore subacqueo, strumento impiegato in navi o aerei in caso di incidenti, evocando il mondo sommerso e l’abisso marino. Allo stesso tempo, la sua cadenza ritmata ricorda, in modo metaforico, un battito cardiaco. Deep Water Pulse agisce in Porta San Donato come il respiro latente di una rovina, in grado ancora oggi di comunicare le sue antiche vestigia.

Ingresso libero fino a esaurimento posti

 

Alle studentesse e agli studenti che parteciperanno agli incontri previsti per ABABO ART WEEK 2025 saranno riconosciuti 1 CFA ogni due incontri.